Collicello Pineta, luogo di memorie

Collicello Pineta, luogo di memorie

La “mitica” Pineta-Cencelli, oggi proprietà comunale, nacque sul Collicello come Parco delle Rimembranze; ogni albero aveva una targhetta, in cui era scritto il nome di un caduto nella Prima Guerra Mondiale. I talloncini dei nominativi sono scomparsi e gli alberi sono restati senza futura memoria. Diversamente il luogo, dove sorge l’edificio scolastico “Sandro Pertini”, arricchito dalla pineta, si chiama Collicello (micro toponimo del XIX secolo); il fabbricato fatiscente dietro l’edificio è lì già nel 1816. Si ricorda a memoria d’uomo che l’originario andamento altimetrico del terreno da Porta Sabina al Coll­i­cello, aveva un lieve avvallamento bisognoso di un ridotto cavalcavia, che veniva chiamato il Ponte. L’impianto morfo­logico della collina di Magliano per i tre quarti presenta scoscendimenti alquanto inaccessibili, mentre proprio il quarto lato verso il Collicello appare il più abbordabile, in quanto meno scosceso. La morfologia e la posizione geografica del Collicello hanno influito sulla storia in cui la località è stata teatro e scenario.

Si risale addirittura all’età del bronzo (XII-IX secolo a.C.), come testimoniano vari frammenti di ceramica e di coltello o di pugnale presenti nel Museo, tanto da ipotizzare che da qui partì quello che poi sarà il futuro centro abitato di Magliano. Nel Medio Evo e precisamente nel giugno 1311 Magliano fu attaccata dall’esercito romano, accampato proprio in località Collicello, cioè nella parte meno difendibile. Gli abitanti resistettero pochi giorni, poi il 13 giugno 1311 capitolarono. Il 6 dicembre 1798 il Col­licello fu teatro di un’altra battaglia. L’esercito napoletano, alleato del papa durante la Prima Repubblica Romana, attaccò la «cittadella di Ma­glia­no», venendo da Mon­tebuono; piazzò la sua Nartiglieria sul Collicello per bombardare il centro abitato, dove erano i soldati francesi. Il cannoneg­giamento non provocò che «qualche ferita» alle mura del Seminario vescovile, ma le truppe napoletane non conquistarono la “cittadella”.

Nel 1800 il Collicello era un terreno di pascolo, poi negli anni Venti del 1900, si mettono a dimora i pini,e nasce così la Pineta Cencelli. Durante il fascismo il Collicello-Pineta diventa piazza per addestrare i giovani fascisti, cioè i Balilla e gli Avanguardisti (dai 14 ai 18 anni) e centro per le colonie elioterapiche per i più piccini.

Lungo la strada provinciale, sotto il rudere, si estraeva il polverino. Ciò comportò che si formasse una grotta piuttosto pericolosa per un possibile crollo. Allora si fabbricò un arco, e lo scavo prese il nome di Grottone, dove si costruirono alcune stalle per l’allevamento dei maiali.

Nel corso della Seconda Guerra Mondiale il Collicello-Pineta si rese utile per il ricovero di alcuni prigionieri inglesi, per le truppe tedesche di stanza a Magliano e per gli alleati che nel 1944 liberarono Magliano.

Fra il dicembre del 2002 e il gennaio 2003 il Comune di Magliano Sabina acquistò dalla famiglia Cencelli tutta l’area del Collicello-Pineta, pagandola 139.000 euro. Oggi i maglianesi hanno a disposizione una vasta area, che si estende dalla provinciale fino a valle delle Gioie, a confine con il “Tiro a segno”.

(pubblicato su Incontri-Magliano N. 7-12 Anno XXII – 2011 pp. 28-29)